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I “ragazzi di Don Bosco”

Anche quest’anno nel nostro Centro si svolge il corso di Addetto alla Saldocarpenteria, un corso “storico” perché ormai si ripete da molti anni.

Sono 15 gli allievi partecipanti, di età compresa tra i 19 e i 59 anni, disoccupati e tutti stranieri. Il corso, della durata di 600 ore, è partito nel mese di dicembre scorso e, considerate le caratteristiche dei partecipanti e le attività laboratoriali tipiche del percorso, è realizzato in presenza. Il percorso prevede un periodo di stage per verificare l’efficacia delle conoscenze e delle capacità acquisite e completare lo sviluppo della professionalità attraverso l’esercizio delle competenze nel contesto lavorativo. Lo stage è progettato e organizzato in collaborazione con le aziende del territorio che operano nel settore della saldocarpenteria.

Vivo come un grande privilegio l’opportunità di insegnare a quelli che ritengo i “ragazzi di Don Bosco”, cioè quelli più svantaggiati, ai quali la vita non ha dato molte opportunità e che sono stati l’origine di tutto il movimento e della spiritualità salesiana, permettendogli di diventare ciò che è oggi.

Mi è capitato di insegnare in questo corso anche in anni passati e al termine di ogni percorso formativo ho sempre avuto la certezza di aver ricevuto più di quello che ho dato.

Vorrei condividere alcune parole chiave che caratterizzano questa particolare esperienza e che come formatore mi hanno colpito e mi hanno fatto riflettere.

Determinazione: la volontà di partecipare, che, per esempio, porta un allievo a spostarsi in bicicletta da Levaldigi a Fossano tutti i giorni per essere presente.

Fiducia: è sicuramente la base di ogni rapporto e, concretizzata nella capacità di ascoltare, li ha portati a lasciarsi plasmare da noi docenti, svolgendo con impegno ogni attività richiesta e portandoli a raggiungere obiettivi sempre più alti, oltre ogni nostra e loro aspettativa.

Curiosità: spesso mi è capitato che al termine della spiegazione su un disegno o su una lavorazione qualcuno mi facesse qualche domanda con l’intento di capire qualcosa di più ed è sicuramente un segnale molto positivo che porta certamente a una crescita.

Solidarietà: ci sono stati momenti in cui alcuni allievi erano assenti e quando abbiamo proposto di portare avanti il lavoro anche per gli assenti, per evitare che rimanessero indietro, abbiamo avuto una disponibilità immediata.

Gratitudine: tantissimi sono i grazie che ognuno di noi docenti ha ricevuto nelle più diverse situazioni e questa riconoscenza veramente sentita ci fa riflettere sul non dare nulla per dovuto o per scontato.

Essenzialità e Fede: ritrovo negli allievi del corso un forte senso di Dio e della fede e, nonostante le limitate risorse economiche, la capacità di vivere con un sorriso e con semplicità la quotidianità delle piccole cose.

Adesso inizia il periodo di stage e mi auguro veramente di cuore che sia per tutti loro una “risurrezione”, un’occasione di rinascita per avere l’opportunità di concretizzare il sogno che li ha portati a frequentare questo corso per iniziare una nuova vita.

Il formatore A. B.