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La terza Estetica in visita all’Accademia Europea delle Essenze

Il Muses, o Accademia Europea delle Essenze, è un luogo dedicato all’olfatto. In pratica è un piccolo e curioso museo sui profumi che si trova a Savigliano, nei locali di Palazzo Taffini.

Perché le estetiste del 3° anno sono andate a visitarlo? Semplice. Estetica è una parola derivante dal greco antico e significa “sensibile, capace di sentire”. Ecco allora che una persona “estetista” dovrebbe essere “capace di sentire” cioè di occuparsi di sensazioni.

Le sensazioni olfattive sono percezioni che il nostro corpo prova in presenza di determinati odori e un’estetista deve essere capace di utilizzare anche gli odori insieme agli altri prodotti e strumenti per generare il benessere nelle persone che si rivolgono a lei: i profumi, come ogni altra espressione sensoriale, hanno caratteristiche diverse che agiscono sulle nostre preferenze personali. Si può certamente dire che la scelta di un profumo parla di noi, dei nostri gusti, delle nostre specificità. Infatti così come i colori (il senso della vista) o come i sapori (il senso del gusto), anche i profumi possono influenzare il nostro umore e determinare in noi alcune emozioni: gioia, disgusto, tranquillità, repulsione…

La visita al Muses aveva l’obiettivo di conoscere alcune tra le piante che sono alla base delle essenze più comunemente utilizzate nella fabbricazione dei profumi, di comprendere l’importanza dell’olfatto e dei profumi nel benessere generale di una persona, ma anche di scoprire l’origine dei profumi e le famiglie cui appartengono. «Conoscere la storia degli oli essenziali mi ha incuriosito» ha scritto Emily.

I profumi, ad esempio, hanno note di testa, cioè sentori più immediati ma poco duraturi, note di cuore (le essenze che caratterizzano un profumo) e note di fondo, più persistenti e durature «…e mi è piaciuto creare tutte insieme un profumo che rispecchi i nostri gusti ma soprattutto noi stesse» (Melissa).

È stato come se si fosse alzato un velo; tutti sanno cosa è un profumo poi la differenza tra un’acqua di Colonia, un’eau de parfum e un’eau de toilette. Le ragazze sono state impegnate in un laboratorio pratico in cui, sotto la guida di un esperto, hanno lavorato alla creazione di un proprio profumo che è rimasto loro come ricordo dell’esperienza. «Mi è sembrato come trovarmi al di fuori di tutto e aprire per una volta gli occhi e capire la bellezza della natura che ci circonda» (Sabrina). Sì, perché i profumi sono classificabili in famiglie: ci sono quelli orientali, quelli di lavanda, gli agrumati, i floreali. Sono un mondo di cui non sappiamo nulla ma che è indissolubile dalla nostra vita. Perché, come ha scritto Esterina, «Entrando nel mondo dei profumi naturali sono entrata in una magia che non sentirò mai più da nessuna parte».