Giovedì 9 novembre scorso le classi terze del nostro istituto hanno avuto l’occasione di incontrare e dialogare con Giorgio Falco, infermiere cuneese impegnato da anni nel volontariato in Italia e in giro per il mondo, in particolare nell’Operazione Colomba (“corpo non violento di pace” dell’associazione Papa Giovanni XXIII – per approfondire clicca qui)
Proprio negli anni Novanta, poco più che ventenne, Giorgio si reca in Bosnia durante la guerra nei Balcani, per provare a vivere concretamente la nonviolenza in una situazione di conflitto. Con il passare del tempo capisce che ha un “fuoco dentro di sé” e che è il caso di mettere a disposizione del mondo questo suo desiderio e i suoi talenti. La voglia di viaggiare e incontrare persone fa il resto.
Le emergenze globali di questi ultimi anni cadono quindi su un terreno fertile. Insieme alla moglie, dopo una breve esperienza a Reggio Calabria in cui vede con i suoi occhi i famigerati sbarchi di migranti, decide di aprire casa sua a chi ne ha bisogno. Sono gli anni della guerra in Siria e della diaspora di profughi siriani in giro per il mondo. Una famiglia siriana, da tempo rifugiata in Libano, diventa parte della sua famiglia, dopo essere giunta in Italia non con i barconi, ma attraverso lo strumento dei corridoi umanitari, un’alternativa legale e sicura agli sbarchi sregolati e pericolosi sulle nostre coste. (Per approfondire clicca qui)
La storia ci porta poi a febbraio 2022 e allo scoppio della guerra russo-ucraina. Con la scelta dichiarata di non prendere mai parte per nessuno all’interno di un conflitto, ma di essere sempre e solo contro la guerra e a favore degli esseri umani, insieme ad altre decine di persone parte per Leopoli (tornerà altre due volte in Ucraina). Vanno con pulmini carichi beni di prima necessità, tornano con pulmini carichi di 297 persone che vogliono scappare dalla guerra.
La storia continua con l’accoglienza, tra le mura di casa, di una famiglia ucraina, ed oggi eccolo con noi a raccontare le sue esperienze e i suoi progetti per il futuro, che non finiscono qui.
Una delle condivisioni più belle che ci lascia, e che noi lasciamo a voi lettori, è questa: ci sono tanti, davvero tanti giovani che collaborano volontariamente, senza ricevere alcun compenso, ad Operazione Colomba, nel loro piccolo, nella quotidianità, senza la pretesa di voler salvare il mondo, ma solo di fare la propria parte, senza starsene seduti sul tanto comodo divano. Tanti giovani che non sono così spenti, come spesso ci vengono dipinti. Tanti giovani, tra cui speriamo di vedere anche qualche nostro allievo o ex allievo.