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2-3 Maggio il Papa incontra i CFP

Venerdì 3 maggio in aula Paolo VI eravamo 7.000, 103 dal Piemonte, 10 da Fossano, tutti della FP, tutti per incontrare Papa Francesco.

Siamo stati invitati a vivere questa esperienza come un pellegrinaggio con le caratteristiche che Don Claudio Belfiore ci ha ricordato: “Avere una meta, camminare insieme, collaborare, incontrarsi, servire e rispetto”.

L’incontro col Papa è stato preceduto da una riflessione che verteva su tre parole precedute da una frase del Papa.

PROTAGONISMO

Quello che ti dà dignità non è portare il pane a casa.

Quello che ti dà dignità è guadagnare quel pane. (Papa Francesco)

Siamo stati invitati a rendere i nostri allievi protagonisti e non individualisti, a prendere coscienza delle proprie capacità e aiutarli a spiccare il volo.

CONDIVISIONE

Dialogare è ascoltare quello che dice l’altro e dire con mitezza quello che penso io; se le cose vanno così il posto di lavoro sarà migliore. (Papa Francesco)

L’ascolto è la base della condivisione che è fondamentale per creare una collaborazione sia tra studenti e insegnanti che tra lavoratori e imprenditori.

TESTIMONIANZA

Ogni Cristiano, nel posto di lavoro, può dare testimonianza con le parole e prima ancora con una vita onesta. (Papa Francesco)

È il modo con cui si svolge il proprio lavoro che fa la differenza e può trasformare una semplice attività in una testimonianza di vita.

Poi dopo tanta attesa è giunto il Papa che ha sottolineato che la nostra proposta formativa è integrale perché oltre alla qualità della didattica riserva una cura e un’attenzione speciale soprattutto ai giovani ai margini della vita sociale e ecclesiale.

Il discorso è stato incentrato su tre parole: GIOVANI, FORMAZIONE e PROFESSIONE.

Il giovane deve essere il centro della nostra attività di formazione che deve utilizzare al meglio le novità della tecnologia senza pensare che quest’ultima possa risolvere tutti i problemi.

Infine la professione è ciò che dà un’identità alla persona ed è un aspetto fondamentale della nostra vita e della vocazione di ognuno.

L’invito è stato quello di non interpretare il lavoro in funzione del guadagno, ma come espressione della propria dignità e apporto al bene comune.

Il passaggio del Papa in mezzo alla gente al termine del suo intervento, evidenzia la sua umanità, semplicità e vicinanza: i gesti di dare le caramelle ai bambini, di stringere le mani, di dispensare sorrisi fanno scaldare i cuori.

 

Il pensiero finale va ai ragazzi ricordando loro la loro unicità e le loro capacità.

“Non siete numeri, ma avete i numeri per cambiare il mondo.”