Se ho un tatuaggio, posso donare il sangue?
Cos’è il midollo osseo e da dove me lo prendono?
Ma servono così tanto i miei organi?
A queste e ad altre tantissime domande e curiosità hanno contribuito a rispondere medici e volontari del “Progetto dono” proposto da ASL CN1 e CSV (Centro Servizi per il Volontariato), insieme ad associazioni locali, allo scopo di promuovere il valore della donazione di sangue, midollo osseo e di organi al raggiungimento dei 18 anni.
Le nostre terze annualità, tra il 18 aprile e il 9 maggio scorsi, hanno potuto così entrare in contatto, qualcuno sentendone parlare per la prima volta, con questo “mondo”, scoprendo che i dubbi e le paure che possono subito sopraggiungere nascono dall’ignoranza e vengono superati se ribaltiamo il nostro punto di vista e ci poniamo le domande giuste: sono consapevole che potrei davvero salvate la vita di un’altra persona? E se fossi io, per primo, ad avere bisogno della donazione di qualcun altro?
Ci è stato illustrato con chiarezza, per quando riguarda la donazione di sangue, chi sono le persone che hanno necessità di trasfusioni (sono tantissime e il sangue non si può fabbricare, ma solo donare!), quali sono i vari gruppi sanguigni, come avviene il prelievo e a quali condizioni.
Ancora più sorprendenti tutte le informazioni sul midollo osseo: abbiamo scoperto che non è il midollo spinale (quello all’interno della colonna vertebrale), che si dona principalmente attraverso un prelievo di sangue, che si può diventare donatori solo tra i 18 e i 35 anni e che è molto difficile che un paziente, malato ad esempio di leucemia, trovi un donatore compatibile, e che quindi più siamo meglio è!
Ed infine abbiamo scoperto che tutti noi, una volta maggiorenni, possiamo decidere che, quando toccherà a noi perdere la vita (ma prima di quel momento nessuno ci tocca, eh?), potremo ancora salvare quella di altre persone, grazie ad un trapianto dei nostri organi vitali; anche in questo caso, è il cambio di prospettiva (metterci nei panni degli altri) che ci rende consapevoli dell’importanza di un gesto veramente piccolo e che non richiede alcuno sforzo.
È stata un’iniziativa importante, che ci ha fatto crescere e ci ha aiutato a “decentrarci” da noi stessi e a sentirci tutti parte della stessa umanità, come fratelli e sorelle che navigano sulla stessa barca.
Ringraziamo per la bella collaborazione Valentina Fida del CSV, coordinatrice del progetto, e i volontari delle sezioni locali di AVIS, ADMO e AIDO per le loro testimonianze.