Siamo ormai giunti al giro di boa della nostra esperienza di Erasmus+ in Slovenia. Sono giorni passati molto velocemente: tra i vari impegni di lavoro e di gruppo e la bellezza dello stare insieme, il tempo qui sembra scorrere a doppia velocità.
Dopo il nostro arrivo a Maribor, lo scorso 3 marzo, la sensazione di spaesamento iniziale ha subito lasciato spazio alla voglia di mettersi al lavoro: già il primo giorno la sveglia è stata al mattino presto per andare a seguire un corso sulla sicurezza (rigorosamente in inglese, è ovvio) e poi formarci sulle varie regole, sulle informazioni utili per il nostro soggiorno, sulle tradizioni e sulla lingua dello splendido paese che ci sta accogliendo. Nel pomeriggio, proprio per approfondire questo aspetto, siamo stati guidati in un tour della città e nella visita del Museo nazionale della liberazione slovena.
Il giorno seguente, mentre iniziavamo a prendere confidenza con il cibo e gli orari (entrambe le cose molto diverse dall’Italia), ci siamo dedicati alla sistemazione dei nostri curriculum e alla simulazione dei colloqui con i nostri nuovi datori di lavoro, che ancora non conoscevamo. Esercitazioni che abbiamo poi messo in pratica il giorno successivo, dialogando con i nostri nuovi “capi” (anche qui, ovviamente in inglese) e scoprendo le aziende che ci accolti e ci stanno ospitando in questi giorni. Da lì, è poi iniziato il momento vero e proprio del nostro stage all’estero.
Naturalmente non passiamo tutto il tempo a lavorare, abbiamo alcuni doveri da compiere quasi tutti i giorni: tenere pulite le camere dell’ostello in cui viviamo, lavare i nostri vestiti, organizzarci il tempo libero, “procacciarci” il cibo… tante cose cha a casa o non facciamo o comunque sappiamo che potrebbe esserci qualcun altro a pensarci.
Una bella esperienza, un po’ diversa dal solito, è stata la gita a Pohorje: dalla città di Maribor parte una funivia che in 10 minuti ti porta a più di 1000 metri di altitudine. Quel giorno lassù nevicava e ci siamo fatti un’ora di camminata in mezzo a un bosco di conifere imbiancato dalla neve per raggiungere un piccolo rifugio e fare un ricco pranzo per riscaldarci e rifocillarci (pollo fritto e insalata di patate oppure polenta e gulasch).
Insomma, anche se ci mancano tante cose di casa nostra (la famiglia, gli amici, il cibo), sicuramente anche qui ci sentiamo accolti e stiamo vivendo dei giorni che, lo sentiamo, sarà difficile vivere nuovamente in futuro. Per questo invitiamo tutti i ragazzi che nei prossimi anni vorranno fare questa esperienza ad impegnarsi sin da subito, perché sarà sicuramente un treno che non passerà un’altra volta nella vita.
Beatrice, Camilla, Emanuele, Francesco, Michele e Simone