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PENSIERI DA LAMPEDUSA

Dal 2 al 9 settembre insieme ad altri 16 giovani e adulti della mia Comunità (San Rocco – San Paolo) sono stato a Lampedusa per provare a capire e vedere con i miei occhi la situazione dei migranti. Esperienza profonda, difficile da riassumere in poche righe. Ecco un estratto tratto dal mio diario e da quello dei miei compagni di viaggio:   

“La mia mente continua a tornare a un’immagine che mi ha profondamente colpito. Mercoledì 3 settembre ero sul molo Favaloro di Lampedusa. A 20 metri di distanza l’uno dall’altro, la vita si svolgeva su due piani totalmente diversi. Da una parte, le barche di turisti partivano spensierate per il tour dell’isola. Dall’altra, sbarcavano i migranti, e l’unica cosa che potevo fare era cercare di donar loro un sorriso. È un’immagine che fa riflettere, perché mostra un contrasto enorme e, in un certo senso, ci costringe a fare i conti con la nostra fortuna. Potremmo pensare che quel bambino appena sbarcato sia uno sfigato per essere nato in povertà e che noi siamo fortunati per essere nati nella parte ricca del mondo e poi voltare pagina. Ma non posso!!! Dovremmo riflettere sul fatto che tutti i nostri comodi, le nostre avanguardie non sono traguardi mondiali, ma piatti della bilancia che pendono sempre di più da una parte. Tutto ciò che abbiamo non è scontato e soprattutto non è un guadagno ma un dono che dobbiamo essere capaci di restituire a chi ha meno di noi. 

La solidarietà è un muscolo. Se non lo alleniamo la perdiamo. I muscoli non crescono per caso, ma attraverso uno sforzo intenzionale. La solidarietà va allenata con atti concreti che ci permettano di non diventare apatici davanti al problema della migrazione”.

Alessio Tallone

Formatore CNOS-FAP Fossano